Auto Blu
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AUTO BLU IN ITALIA, UNA CODA INFINITA

Gent.mo governo
Nonostante il censimento effettuato dal governo e i provvedimenti presi, continuano a essere troppe le auto blu che gravano sulle tasche dei contribuenti. La spending review ha portato nel 2012 al taglio di circa 2.500 auto blu, dal parco a disposizione della Pubblica Amministrazione per ragioni di rappresentanza. Ancora troppo poco, se si considera che quelle rimaste in circolazione, messe una dietro l'altra, farebbero una fila lunga quasi 40 chilometri. Senza contare le auto “grigie”, ossia quelle utilizzate per ragioni di servizio, che fan salire il conteggio totale a quasi 60 mila veicoli, esclusi i mezzi utilizzati per funzioni di salute e sicurezza pubblica. Soltanto l'ufficio di Presidenza del Consiglio vanta una flotta di 59 veicoli, di cui 31 con autista. Quanto costa agli italiani il viaggiar comodo della casta?
L'auto blu è uno dei simboli più vistosi dei privilegi della casta e degli sprechi nella Pubblica Amministrazione. Chi non ricorda le immagini di qualche politico impegnato a fare shopping con le auto di rappresentanza, o le 19 lussuose Maserati ordinate da un ministro per il suo dicastero? Le continue denunce e la pressione dell'opinione pubblica stanno ottenendo i primi risultati, e il parco auto blu si è sensibilmente ridotto. La trasparenza richiesta a gran voce dagli italiani ha indotto il governo ha realizzare un monitoraggio permanente, che copre oggi la quasi totalità degli enti, e a diffondere i dati del fenomeno, rendendo pubblica la relativa spesa a carico dei contribuenti. Si scopre così che ufficialmente ogni anno almeno un miliardo di euro se ne va su quattro ruote, tra acquisti di autovetture, mantenimento e costi del personale alla guida.
Secondo i dati forniti dal governo, le auto blu in Italia sono ancora 7.290 e percorrono ogni anno circa 120 milioni di chilometri: quanto basta per fare tre volte il giro del mondo! Alcune auto sono ad uso esclusivo e altre a disposizione degli uffici, alcune comprendono l'autista e altre no. Tutte, però, sono autovetture di prestigio e potenti, con una cilindrata superiore ai 1.600 cc. Soltanto la Presidenza della Repubblica ha una flotta di 35 vetture, tra le quali spiccano le Lancia Thesis e le Maserati Quattroporte usate dal Presidente e per le visite di altri capi di Stato, e auto storiche come le due Lancia Flaminia cabriolet. Eppure, la cifra ufficiale messa a bilancio del Quirinale per il 2013 per la gestione del parco auto e per la mobilità è ufficialmente “solo” 660 mila euro.
Soltanto un quarto delle auto blu è di pertinenza dell'amministrazione centrale dello Stato. I restanti tre quarti sono a disposizione delle amministrazioni locali: regioni, province e soprattutto i tanti comuni. Lo squilibrio tra nord e sud del Paese è notevole, con regioni come la Sicilia, la Campania e la Calabria nelle quali più di un'autovettura su quattro tra quelle a disposizione degli enti locali, è un'auto blu. Spulciando i dati del censimento del governo, tuttavia, non mancano le sorprese: l'amministrazione regionale con il più alto numero di auto blu è quella del Veneto, che ne conta 307 (la Regione Campania si ferma a 173), di cui 300 di proprietà. Paradossale che il Comune di Venezia, per gran parte inaccessibile ai veicoli, ne possegga da solo ben 53.
La pressione dell'opinione pubblica, insieme agli effetti della spending review, ha fortunatamente avviato un trend positivo nella riduzione del parco di auto blu. In alcune regioni (Puglia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana) tra il 2009 e il 2011 si è avuta una riduzione della spesa complessiva superiore al 20%, con la palma di regione più virtuosa al Friuli Venezia Giulia, che ha ridotto le spese per auto blu del 30,9 %. La scure che la crisi finanziaria e le politiche neoliberiste stanno abbattendo sui servizi pubblici, tuttavia, rende necessario uno sforzo ben più incisivo e diffuso. Se ne è accorto il direttore generale della Ulss di Belluno, che per acquistare due defibrillatori per gli ospedali locali ha dovuto vendere la Mercedes blu.
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